Il seguente articolo è stato scritto alla richiesta di Marilisa Birello, autrice dei manuali d'italiano Bravissimo. Qui sarà pubblicato in versione integrale, mentre la versione meno dettagliata sarà pubblicata sul blog L'italiano in azione. Questa volta avrete l'occasione di leggere una mia storia scritta in italiano che farà sapere a tutto il mondo dell'insegnamento d'italiano in Serbia e dei nostri tentativi di promuovere la lingua e la cultura italiana.
Prima di raccontarvi la mia esperienza d’insegnante d’italiano LS in Serbia, dovrei partire da quel punto in cui comincia tutto. E’ la Facoltà di Filologia dell’Università di Belgrado, in cui da decenni si formano ogni anno decine di insegnanti d’italiano o se vogliamo essere più precisi, i professori di lingua e letteratura italiana. Anche la mia storia è cominciata lì, ottenendo una forma più precisa all’Università per stranieri “Dante Alighieri” di Reggio Calabria, e dura fino ad oggi, ricevendo sempre spinte nuove lavorando con diversi studenti e cercando di trasmetter loro le conoscenze, l’amore e la passione per la lingua e per la cultura italiana. Anche se a volte mi sento triste di non aver mai avuto l’occasione di insegnare anche la letteratura.
Olgica Andric, autrice del blog, insegnate e traduttrice giurata d'italano | Photo credit: Avalon Novi Sad |
Prima di raccontarvi la mia esperienza d’insegnante d’italiano LS in Serbia, dovrei partire da quel punto in cui comincia tutto. E’ la Facoltà di Filologia dell’Università di Belgrado, in cui da decenni si formano ogni anno decine di insegnanti d’italiano o se vogliamo essere più precisi, i professori di lingua e letteratura italiana. Anche la mia storia è cominciata lì, ottenendo una forma più precisa all’Università per stranieri “Dante Alighieri” di Reggio Calabria, e dura fino ad oggi, ricevendo sempre spinte nuove lavorando con diversi studenti e cercando di trasmetter loro le conoscenze, l’amore e la passione per la lingua e per la cultura italiana. Anche se a volte mi sento triste di non aver mai avuto l’occasione di insegnare anche la letteratura.
Mi chiamo Olgica Andric, ho 36anni e vivo a Novi Sad, nella seconda città serba per numero di abitanti, ma in un ambiente in cui l’italiano non è una lingua molto diffusa nelle scuole pubbliche. Mi pare che saremo proprio noi, gli insegnanti d’italiano, coloro
che dovranno combattere sia per la propria professione che per soddisfare i
desideri degli studenti che si mostrano molto favorevoli per quanto riguarda lo
studio della lingua italiana. Di motivi ce ne sono tanti: dai soliti miti che
l’italiano sia facile da imparare, oltre ad aspetti turistici e culturali, e
alla fine, bisogna dirlo, che l’italiano
sta diventando una lingua sempre più richiesta nell’ambiente lavorativo.
Facoltà di Filologia, Belgrado |
Eppure
molte persone laureate in italiano non hanno mai fatto gli insegnanti, perché la
percentuale delle classi nelle scuole pubbliche è minore di quelle in cui si
insegna il tedesco, il francese o il russo. Naturalmente, l’inglese è
obbligatorio e molti bambini cominciano a studiarlo nell’asilo. Così, oltre
all’esperienza che ho avuto a Sremski Karlovci, sostituendo più volte le
colleghe nel Liceo linguistico (il primo e il più conosciuto in Serbia, fondato
nell’Ottocento), ero da sempre legata
alle scuole di lingua private, in cui bisogna sempre essere innovativi e
motivati, dare sempre il meglio e cercare nuovi modi per proporre i propri
corsi ed essere sempre un passo davanti alla concorrenza. In questo ambiente ho sempre avuto la libertà di
usare i programmi che considero i migliori e di organizzare diverse attività
per la promozione della lingua italiana, sia per i bambini che per gli
adolescenti e gli adulti. Ma vorrei essere sincera: in futuro mi piacerebbe insegnare all'Università, non importa se pubblica o privata. Mi sento d'aver maturato la mia esperienza d'insegnante ed anche quella da traduttrice. Sto cercando l'ambiente in cui sarei in grado di dare il meglio e in cui gli studenti non capitano per caso, ma con una forte voglia di acquisire tutto che gli viene dato dall'insegnante.
Gli studenti che scelgono l’italiano
come seconda lingua straniera già dalle medie,
durante il percorso scolastico e universitario, riescono a raggiungere uno
stabile livello B2 dell’italiano. Altri, invece, nel momento in cui hanno
bisogno di raggiungere un determinato livello d’italiano, di solito per poter
continuare gli studi in Italia o perché l’italiano è richiesto come la lingua
del lavoro, si iscrivono ai corsi d’italiano nelle scuole private o presso
l’Istituto italiano di cultura di Belgrado. Gli studenti che frequentano questi corsi di lingua, però, non hanno molto tempo a
disposizione e la prima cosa che chiedono prima di iscriversi al corso è quanto
tempo ci vorrebbe per superare un certo livello, mentre i professionisti, una
volta raggiunto il livello B2 o C1, vogliono specializzarsi nei linguaggi
settoriali e così scelgono un corso specifico. Ad esempio, l’italiano commerciale è molto richiesto a causa della notevole
presenza di aziende italiane in Serbia, poi l’italiano nel settore turistico,
siccome l’italia negli ultimi anni è una destinazione molto attraente per i
turisti serbi (l’italiano è la seconda LS nelle Facoltà di Turismo), ma anche i
corsi preparatori per gli esami CILS, CELI e PLIDA.
Come ho indicato, uno studente serbo sin da piccolo è abituato a sentire in TV le
lingue straniere (la maggior parte dei programmi stranieri è con i sottotitoli,
così è possibile sentire la lingua originale) e a studiarle a scuola. Nel
processo di apprendimento d’italiano gli studenti di madrelingua serba
dimostrano alcuni “punti forti” e “punti deboli”: il punto forte è sicuramente la fonetica italiana. Molti studenti riescono ad
acquisire una pronuncia e una dizione non tanto diversa da quelle dei
madrelingua, ma per poterlo fare è necessario anche soggiornare in Italia e
frequentare lì un corso d’italiano. I punti deboli riguardano le differenze tra
le due lingue: il serbo non conosce il congiuntivo e gli articoli e un parlante
serbo se ne abituerà con più fatica. A volte si incontrano alcune difficoltà
nella struttura della frase: uno
studente che non è mai stato in Italia, nel processo di apprendimento, nelle
fasi iniziali cerca di trasmettere l’ordine delle parole dal serbo
all’italiano, facendo errori perché in serbo l’oggetto può essere messo
all’inizio della frase e non bisogna usare il pronome diretto per farlo notare,
ma si capisce dal caso usato (in serbo esistono 7 casi e l’uso delle
preposizioni è legato al locativo e allo strumentale di compagnia). Per questo
motivo il mio approccio è far capire agli studenti che l’italiano non è una
lingua tanto facile come dicono nelle pubblicità, che la sua struttura
dell’italiano è basata su quella latina e che oltre al talento ci vuole tanto
lavoro e tante ricerche pratiche per raggiungere il livello desiderato. E
spesso, imparare a memoria certe cose!
A volte è proprio il manuale dello
studente quello che influisce di più sul processo di apprendimento. Viviamo in
un tempo in cui non è dominante la struttura ma i contenuti. Possono andare bene qualsiasi manuale e un po’
d’esperienza d’insegnante per presentare le strutture grammaticali, ma per
motivare lo studente a fare una ricerca ci vogliono i contenuti che spesso non sono presenti nei manuali. Solo così è
possibile creare nella classe un’atmosfera che dia l’impressione di studiare L2
invece di LS. La scelta dei manuali nel nostro mercato è buona, tramite i
distributori è sempre possibile acquistare libri nuovi e seguire tutte le
novità del settore e spesso partecipare ai workshop organizzati dalle case
editrici italiane, che sono diventati una regolare occasione d’incontro degli
insegnanti provenienti da diverse città.
Manuali d'italiano- collezione privata dell'autrice |
Il metodo comunicativo-culturale che
ultimamente viene usato da molti insegnanti è arricchito da contenuti
multimediali in forma di presentazioni, fumetti, audio-visivi ed infografiche.
Vivendo nell’epoca tecnologica sappiamo che ogni dispositivo mobile può
diventare uno strumento didattico. Abbiamo superato tutte le distanze che avevamo
prima quando l’unico contatto con l’italiano vivo era tramite la TV, la radio o
al cinema. Adesso, volendo ci possiamo trovare in tempo reale in qualsiasi
parte del mondo, sentire i parlanti madrelingua e portare nella tasca tanti
dizionari ed enciclopedie in un solo dispositivo. Basta avere una connessione
ad Internet e la voglia di imparare.
A
me, personalmente, al livello elementare piace usare le presentazioni e le
infografiche, sia per trattare gli argomenti grammaticali che per paragonare i
dati statistici dell’Italia e del nostro paese. Una volta raggiunto il livello
A2, comincio ad usare gli audio-visivi autentici per dare idee per le attività
di role-play e di conversazione. Gi apprendenti preferiscono conoscere “La vera
Italia” e non quella che viene presentata tramite gli stereotipi sull’Italia
all’estero. Ogni aspetto culturale incontrato nella didattica è ben accettato.
Poi, dal livello B1, invece di consigliare un film da vedere a casa, propongo
agli studenti le attività di lettura (scelgo spesso le letture semplificate
adatte a quel livello) con dei compiti specifici da svolgere (individuare i
tempi verbali, motivare l’uso del congiuntivo, trovare i sinonimi o fare reti
di parole in base ai contenuti dei testi letti). Inoltre, leggendo si
arricchisce il vocabolario e si vede un progresso anche nella produzione
scritta e viene acquisita un’ampia cultura generale del paese la cui lingua si
studia.
Photo credit: Difusion |
Pur avendo gli insegnanti ben
preparati, gli studenti motivati e la libertà nell’uso degli strumenti
didattici il futuro della lingua italiana in Serbia dipende da diversi fattori: il più importante sarà introdurre l’italiano
nell’educazione primaria e secondaria come la seconda LS e dare agli studenti e
ai genitori la possibilità di scegliere, invece di imporre come LS2 una lingua
che c’è già in una scuola. Ci potrebbero dare una mano anche le aziende
italiane presenti in Serbia, finanziando i progetti d’insegnamento d’italiano a
livello basico e a livello professionale, ed anche Enti governativi ed
Organizzazioni non governative. Purtroppo, le ultime misure del Governo serbo e
la diminuzione degli stipendi nel settore pubblico hanno provocato tante
tensioni nel settore dell’istruzione, umiliando e sottovalutando completamente la professione d'insegnante. Ma la nostra missione continua, perché
essere insegnanti non è solo una professione, è una passione che dura per
sempre.
Sciopero degli dipendenti in Pubblica Istruzione in Serbia 2014-2015, Photo credit: pravda.rs |
Svaka cast na tekstu Olja! Svaka ti je ko u Njegosa ! :-)
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